TERRITORI DA
CUCIRE 2022 |
progetto e direzione artistica Paola Berselli, Stefano Pasquini |
Per sette anni ci siamo mossi come l’ago e il filo, da un estremo all’altro del territorio del nostro comune prima, di piazza in piazza poi.
Quest’anno stiamo fermi.
Abbiamo bisogno di pace e abbiamo pensato di cercarla nella terra, quella terra che ci nutre e ci accoglie, dove vivono anche i lombrichi e le lucciole.
Invitiamo tutti alle Ariette, nel Teatro e nei Campi.
Il gruppo di lavoro è quello di sempre: ci siamo noi (Paola, Stefano, Maurizio e Irene), ci sono i partecipanti al nostro Laboratorio Permanente e i Cittadini che partecipano all’esperienza del Teatro di Comunità.
Cominceremo con 2 spettacoli del nostro repertorio: “TRENT’ANNI DI GRANO. Autobiografia di un campo” e “TEATRO DA MANGIARE?”.
Poi ci saranno 3 serate intitolate DEL GUARDARE LONTANO, basate sul lavoro che stiamo facendo con il Laboratorio e i Cittadini: una ricerca su Beckett e il clown e una serie di bellissime “favole” di Giuliano Scabia, tratte dal suo “Teatro Vagante”.
Ci sarà una grande tavola naturalmente, LA TAVOLA DELLA PACE, per incontrarsi, parlare, ascoltare e mangiare qualcosa di quello che la terra delle Ariette ci offre.
P.S. Abbiamo anche deciso di rinunciare ai finanziamenti pubblici.
Questa rinuncia, l’abbandono delle piazze e il ritorno alla terra danno un sapore un po’ francescano a questa nuova avventura che stiamo cominciando.
Programma
22 – 23 giugno ore 20
Teatro delle Ariette
TRENT’ANNI DI GRANO Autobiografia di un campo
29 – 30 giugno ore 20
Teatro delle Ariette
TEATRO DA MANGIARE?
6 luglio ore 20
Teatro di Comunità
DEL GUARDARE LONTANO 1
13 luglio ore 20
Teatro di Comunità
DEL GUARDARE LONTANO 2
20 luglio ore 20
Teatro di Comunità
DEL GUARDARE LONTANO 3
info e prenotazione 051 670 4373/670 4819 whatsapp 338 8389138
Trent’anni di grano e Teatro da mangiare? ingresso 20,00
Del guardare lontano 1-2-3 ingresso 5,00
info@teatrodelleariette.it - www.teatrodelleariette.it
fb Teatro delle Ariette - ig @teatrodelleariette
Con il patrocinio del Comune di Valsamoggia
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DEL GUARDARE LONTANO
Esperimento per un teatro di comunità
Con gli amatori e i cittadini partecipanti al Laboratorio Permanente di Pratica Teatrale
Ci piace molto lavorare con i non professionisti, i cittadini e gli amatori che non pensano al teatro come a un lavoro, ma lo vivono semplicemente come una forma d’arte e di espressione comunitaria. Loro ci aiutano a tenere gli occhi aperti e a guardare lontano.
Oggi sembra che siamo diventati tutti ciechi. O quasi. Vediamo soltanto gli schermi che ci circondano, così vicini che diventano i muri di una prigione. Schermi grandi, piccoli, digitali, che rimandano la nostra immagine, quella dei nostri amici, delle nostre case, ma anche di ogni angolo del mondo. Tutto arriva a pochi centimetri dai nostri occhi, lo teniamo in mano, in tasca, che sia una guerra o un terremoto, una benedizione o una catastrofe.
Prigionieri delle immagini, dei sogni, delle informazioni e dei desideri che popolano questi schermi non riusciamo più a “vedere” nient’altro. È diventata questa la nostra cecità, siamo diventati ciechi al mondo delle piccole cose invisibili e sconosciute. Non sappiamo più guardare lontano, lontano da noi, dai muri luccicanti della nostra prigione. Non sappiamo guardare dentro il mistero, guardare oltre, per cercare l’essenza della vita e del nostro essere uomini nell’universo.
Chi poteva aiutarci a fare questo necessario viaggio al tempo stesso “dentro” e “fuori” di noi?
Sicuramente Giuliano Scabia, da cui abbiamo in un certo senso preso in prestito il titolo.
Poi abbiamo pensato a Beckett, per la sua lucida e spietata capacità di raccontare la nostra condizione, ma soprattutto per la sua incondizionata dichiarazione d’amore verso tutti gli esseri umani.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Giuliano Scabia nel 2004. Forse in un certo senso siamo diventati amici. Da allora, nel mese di dicembre di ogni anno a seguire (fino al 2020), abbiamo cominciato a ricevere per posta un regalo di Giuliano: un libretto scritto da lui e illustrato da Riccardo Fattori. Erano “favole”, per essere più precisi “canti” (visto che questa parola era quasi sempre presente nel titolo), periodici tasselli del suo inafferrabile “Teatro Vagante”. Dentro questi libretti stava certamente tutta la tradizione delle favole, ma anche dei Maggi e di un teatro popolare orale, antico e potente, reinventato e reso profondamente contemporaneo dalla meravigliosa immaginazione poetica e filosofica di Scabia. Racconti popolati di animali, fiumi, alberi e pianeti parlanti, di cavalli, cavalieri, tavole rotonde, gorilli e muratori, in una fantasmagorica girandola autobiografica immaginaria che porta sempre a un lieto fine sui monti dei nostri Appennini, sul passo di Pradarena, l’ultimo dell’anno, quando la Vita vecchia cede il posto a quella nuova.
Dopo la morte di Giuliano abbiamo cominciato a giocare con questi libretti assieme ai partecipanti al nostro Laboratorio Permanente di Pratica Teatrale. Li abbiamo attraversati indossando la maschera più piccola del mondo, quella del naso rosso del clown, e ora ne presentiamo tre in forma di coro, come un’orchestra, un’unica voce che passa di attore in attore. Tante voci diverse per un solo racconto, tre “favole filosofiche” per grandi e bambini, divertenti, leggere e profonde come solo le parole dei grandi poeti sanno essere.
Presenteremo ogni sera, alle ore 20, in apertura di serata, nel punto più alto dei campi delle Ariette, la piccola spianata che chiamiamo Teatro all’Aperto, un canto diverso con il seguente ordine:
1. CANTO DELLA VITA INDISTRUTTIBILE anno 2016
2. CANTO DEL PARADISO anno 2017
3. CANTO DEL MONACO SILVANO anno 2020
Poi sarà il momento della TAVOLA DELLA PACE, una lunga tavolata comune allestita proprio di fianco al Teatro. Offriremo tigelle accompagnate dalle verdure delle Ariette, formaggi e salumi.
E per chiudere Beckett. Ogni sera tre frammenti diversi, tratti o ispirati da “Aspettando Godot”.
Con i partecipanti al Laboratorio Permanente abbiamo intrapreso un percorso di ricerca sull’opera di Beckett, vista attraverso la maschera del clown.
Abbiamo preso Vladimiro ed Estragone, i protagonisti di “Aspettando Godot”, e abbiamo fatto interpretare questi due “personaggi” ai clown creati dai partecipanti al Laboratorio.
Ne sono usciti una serie di sketch divertenti e profondi, capaci di far ridere, ma anche di commuovere, ridere della condizione assurda delle nostre vite e commuovere nell’espressione del disperato bisogno d’amore che abbiamo tutti, ma proprio tutti, ricchi e poveri, barboni e re.
con la partecipazione di Pasqualina Siotto, Barbara Vagnozzi, Daniela Correggiari, Giovanni Zanasi, Stefanie Baumann, Donatella Ianelli, Germana Fratello, Valentina Nanni, Morena Diamantini, Valeria Collina, Marilena Monari, Maria Luisa Bompani, Matilde, Paola Jara, Greta Boselli, Stefania Scarlatti, Diana Vitale, Rosi Ciman, Emanuela Marconi, Claudia Caputo, Simonetta Politi, Stefania Vigarani, Laura Lanza, Beatrice Rinaldi, Lindita Metalla, Sandra Kaczanow, Giulia Medici, Alina Sandru, Andja Grgic, Angelo Garagnani, Marilena Durante, Stefano Serli, Daniele Bovina, Noemi Bettali, Greta Scaglioni, Duilio Carli, Francesca Ganzerla, Edvige Ciranna, Patrik Guarda