A TEATRO NELLE CASE 2005
UTOPIE
1 - 6 novembre 2005

 

 

utopie

Nella vita scegliamo maestri che quasi sempre nemmeno sanno chi siamo. Li scegliamo per motivi assolutamente personali che forse non sarebbero condivisi dai maestri stessi.
Così le nostre azioni, le nostre scelte sono mosse e sostenute da azioni e scelte che altri hanno fatto prima di noi e sono per noi modello, stimolo, sostegno e paragone. Sono desiderio e alimento del desiderio.
Queste azioni, queste scelte, questi pensieri hanno una fortissima energia ideale, sono capaci di farci immaginare un altro mondo e di farci guardare il mondo in un altro modo.
Questi sistemi complessi contagiosi noi li chiamiamo "utopie" e attribuiamo loro un valore immateriale di pura energia propulsiva.
Eppure a volte queste utopie si materializzano in esperienze molto concrete, tangibili, che aprono lo sguardo su mondi possibili, che fanno sperimentare una realtà proibita, non osata dai più per mancanza di coraggio o di fantasia.
Possono essere esperienze piccole o grandi, sconosciute o famose. Come per i maestri siamo noi a sceglierle come modello.
Comunque tutte queste esperienze, piccole o grandi che siano, hanno un principio contagioso, seminano e fecondano la società e gli individui in una continua metamorfosi che genera figli, discepoli e allievi, tutti illegittimi, fortunatamente, non riconosciuti e spesso non riconoscibili.
La metamorfosi è la grande forza di queste utopie, l'energia che affascina, come un fiume che scorre, inarrestabile, e si gonfia e si sgonfia, e vive di sua propria vita senza che nessuna volontà possa limitarlo o sopprimerlo.

e passioni

È la passione che fa fare le cose matte e questa volta ci siamo proprio riusciti.
Per questo ultimo festival abbiamo fatto veramente una follia.
I casi della vita, gli incontri e gli eventi ci hanno fatto concepire un'idea grossa, una follia economica per la nostra realtà in questi tempi di chiari di luna!
Ma come si fa a dire di no quando ti capita di incontrare Ariane Mnouchkine o Armando Punzo? Come si fa a rinunciare alla passione?
E che altro sono le esperienze del Théatre Du Soleil o della Compagnia della Fortezza se non delle benedette follie, immense follie, sostenute dalla forza, dalla passione dei loro artefici?
Siamo stati irragionevoli, come è stato irragionevole chi ha pensato di portare il teatro in un carcere di massima sicurezza, o di creare e far vivere un luogo magico come la Cartoucherie, o di emigrare in Australia, o di abbandonare Parigi e tornare a vivere e a lavorare nel profondo Nord della Francia.
Se anche voi sarete irragionevoli..... potremo almeno dire di avere fatto una ciambella col buco.
Che è sempre una bella soddisfazione!