A TEATRO NELLE CASE 2023
PRIMAVERA
FESTE D'ALTRI TEMPI
SONJA
Spettacolo di teatro danza
di e con Federica Tardito
accompagnamento alla creazione Aldo Rendina
ideazione luci Lucia Manghi
ambiente sonoro Aldo Rendina
consulenza musicale Michele Anelli
immagine proiettata Pietro Bologna
costumi Monica Di Pasqua
produzione Compagnia Tardito/Rendina
coproduzione Sosta Palmizi e Arbalete
con il sostegno di Europa Teatri, Compagnia Zerogrammi e Arte in Movimento
progetto vincitore bando AiR-Artisti in Residenza 2020 della Lavanderia a Vapore
Liberamente ispirato alla figura di Sonja dall’opera Zio Vanja di Anton Cechov.
Una soggettiva sul personaggio di Sonja, un viaggio che si situa tra le pagine scritte dell’opera Zio Vanja di Anton Cechov. In scena viene evocato il mondo di una donna, dai delicati e azzurri moti dell’anima e di un amore non corrisposto. Il personaggio, arrestandosi sulla soglia della narrazione, ne prende distanza per farsi vicina alla dimensione interiore e dar voce alla parte invisibile. Per lasciar emergere l’inedito stupore dell’inespresso.
Appunti di un lungo viaggio
Mi sono sentita toccata dal personaggio di Sonja come se questa anima femminile mi risuonasse nel profondo, un particolare sentimento di stupore e vicinanza. Con non poco tragicomico coraggio ho avanzato i primi passi verso la sua figura dai desideri mancati, dallo sguardo rivolto verso il cielo e ho scorto una sottilissima vena sospesa, in bilico, tra l’anelito al sublime e il suo inevitabile inciampo. La vicinanza al personaggio mi ha restituito un mondo inespresso, rimasto nei respiri, nel battito del cuore e nel silenzio, consegnando allo spazio una figura poetica, gentilmente scomposta.
Mettere in scena tutta l’opera? Questo è stato lo spunto iniziale, ma nel tempo si è fatta strada un’altra possibilità: selezionare alcuni quadri, pochi momenti, una scrittura non lineare, affidandomi ad un contorno di suoni e di parole riportate in superficie a ricreare un ambiente emotivo fatto di una speranza coltivata timidamente notte dopo notte, di un sogno tenuto vivo per anni e rimasto maldestramente incompiuto. Come portare alla luce una condizione inespressa del personaggio?
I testi scelti dall’opera sono il contenitore dentro al quale il personaggio è inquadrato, la voce registrata riproduce in modo ripetitivo la “recita” di tutti i giorni. Il personaggio lascia lì sé stesso come un nastro che si reitera per spostarsi in un altrove e prendere contatto con una zona più intima, non manifesta, alla quale ho dato forma attraverso le danze e le azioni coreografiche che ne sono emerse.
Lunedì 1 maggio ore 15,00 al Teatro delle Ariette
Info e porenotazioni 051 6704373 - 6704819
WhatsApp 338 8389138