Un angolo in cucina
Uno scorcio dalla finestra
La tela fra il giuggiolo e il rosmarino, a formare una capanna.
Le finestre dietro il presepe, coi vetri appannati che lasciano entrare la neve sulla capanna riscaldata dalle luci a intermittenza.
Un telo buttato su un filo e dietro piedi d'uomini e teste di burattini
E ancora panorami che diventano scenari ...
Poi il sipario, quel pesante fruscio che fa cambiare la luce e i suoni delle nostre storie.
All'improvviso un'azione nel chiacchiericcio quotidiano ci dice che qualcosa è cominciato.
È cominciato un teatro, in una stanza del nostro immaginare, fra memoria e invenzione.

Renata Molinari è scrittrice, dramaturg e docente alla Civica Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato, tra gli altri, con Jerzy Grotowski e Thierry Salmon.

"Lo dico per chi non mi conosce: in questi 36 anni ho conosciuto molti maestri. Ho cominciato con Eugenio Barba in Danimarca, non potevo usare né la mia lingua né l'inglese e, dovendo scegliere fra norvegese e danese, ho imparato una lingua di base tra le due. Dopo Eugenio Barba, l'altro maestro con cui, per destino o per caso, ho lavorato a più riprese è stato Jerzy Grotowski, in Polonia e in Italia. Poi ci sono stati degli attori molto importanti per me; il più importante è stato Carmelo Bene ... e altri attori come Leo de Berardinis e Antonio Neiwiller... Negli anni Settanta mi è capitato di vedere alcuni spettacoli di artisti straordinari: Tadeusz Kantor, Bob Wilson, Meredith Monk ... teatri molto differenti e artisti molto differenti. C'è un dato nel fare teatrale, evidente a chiunque l'abbia toccato: quando sei davanti al teatro, lo riconosci. Può essere intrattenimento, ricerca, teatro dell'assurdo, teatro di parola, ma quando ci sei davanti lo riconosci. E penso che ciascuno di noi almeno una volta nella vita o in sogno l'ha visto."
(da La vocazione teatrale di Renata Molinari)

Domenica 17 aprile ore 18,00
Teatro delle Ariette - Deposito Attrezzi