A TEATRO NELLE CASE 2017
TERRITORI DA CUCIRE # 2
STRANIERI
Giuseppe Cederna
Da questa parte del mare
Produzione Fuorivia / Teatro Stabile di
Torino - Teatro Nazionale in collaborazione con Teatro dell'Archivolto
Da Gianmaria Testa
Regia Giorgio Gallione
Con Giuseppe Cederna
Elementi scenografici Lorenza Gioberti
Luci Andrea Violato
"Da Questa Parte del Mare" è il libro della vita di Gianmaria Testa, è arrivato in libreria, purtroppo postumo, per Giulio Einaudi Editori con prefazione di Erri De Luca. È il racconto dei pensieri, delle storie, delle situazioni che hanno contribuito a dar vita ad ognuna delle canzoni dell'album omonimo, ed è un po', anche, inevitabilmente, il racconto di Gianmaria stesso e delle sue radici. È il racconto dei grandi movimenti di popolo di questi anni, ma è anche il racconto delle radici e della loro importanza. Radici che non sono catene, ma sguardi lunghi. È il libro con cui Gianmaria si è congedato in pace, dopo una vita onesta e dritta. È un patrimonio di riflessioni umanissime, senza presunzioni di assolutezza. Un distillato di parole preziose che riesce a restituirci ancora e per sempre la voce di Gianmaria. È uno sguardo lucido, durato più di 20 anni, sull'oggi. Una lingua poetica, affilata, tagliente, insieme burbera ed emozionata. Bellissima. Adesso questo libro diventa uno spettacolo teatrale vero e proprio e a portarlo in scena è Giuseppe Cederna che più volte ha condiviso il palcoscenico con Gianmaria e che con lui condivide ancora, soprattutto, una commossa visione del mondo. Giorgio Gallione, altro amico di Gianmaria, cura la regia, provando a tradurre in linguaggio, immagini e forma teatrali, parole pensate per la pagina scritta, ma dense di sonorità e musica. "Da questa parte del mare" è un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell'"umano". Un piccolo e intensissimo libro più potente di mille chiacchiere. Babasunde, che ha perso il suo nome. Rrock Jakaj, violinista di Scutari. E poi quella ragazza intirizzita che cammina verso la stazione. E Tinochika, che si è aggrappato con tutto se stesso allo sguardo di una donna.
Gianmaria Testa è ritornato - questa volta nelle vesti non di cantautore ma di scrittore - sul tema delle migrazioni contemporanee. E lo ha fatto senza retorica e con il solo sguardo sensato: raccontando storie di uomini e donne.
Giuseppe Cederna
Giuseppe Cederna debutta nel 1977 a Piazza Navona come clown di strada. Nel '78 fonda con Memo Dini la compagnia Anfeclown dove si metterà in luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Conclusa la vena autarchica, in teatro lo ricordiamo nel "Sogno di una notte d'estate" del Teatro dell'Elfo, regia di Gabriele Salvatores; in "Amadeus" di P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di Mario Missiroli; ne "Il giardino dei ciliegi" di A. Cechov regia di Gabriele Lavia; in "Puntila e il suo servo Matti" di B. Brecht regia di Pino Micol; ne "La Febbre" di W. Shawn regia di Giorgio Gallione; ne "Il grande viaggio" di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi, un'interessante attività cinematografica. Premio oscar con il film "Mediterraneo" di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato, tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con Feltrinelli "Il Grande Viaggio", un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange; "Piano Americano", lezioni di sopravvivenza nella giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo Cerchioli, "Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881".
Domenica 22 ottobre ore 18.00
Teatro delle Ariette
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Prenotazione
obbligatoria allo 0516704373