Un teatro in mezzo ai campi
regia, immagini, montaggio e fotografia Carlotta Cicci, Stefano Massari
Deposito Attrezzi delle Ariette diventa ufficialmente un teatro.
Prende il nome del luogo che lo accoglie e della compagnia che lo abita.
Si chiama Teatro delle Ariette.
Un teatro in mezzo ai campi, per sancire un patto tra l'uomo e la natura.
Durante i suoi 17 anni di vita come edificio rurale ha ospitato tanti artisti, uomini, donne.
Continuerà a farlo, speriamo, per sempre.
Come per sempre, speriamo, attorno ci gireranno cinghiali, caprioli, volpi, lupi e ci cresceranno alberi, erba, frumento e fiori.
Non è un vecchio edificio ristrutturato.
Lo abbiamo immaginato noi.
Avevamo la disponibilità di una superficie edificabile in proporzione alla superficie della nostra azienda agricola. Ma non potevamo chiedere di costruire un teatro, doveva essere un edificio rurale.
Così abbiamo presentato il progetto per la realizzazione di un deposito attrezzi. Nello spirito del Teatro nelle Case, lo avremmo usato per farci teatro come avevamo già usato la nostra casa, il fienile e i campi.
Il 28 giugno del 1999 abbiamo cominciato i lavori scavando le fondamenta. Poi abbiamo fatto i muri, il tetto, l'intonaco... L'abbiamo costruito con le nostre mani, in tre: Paola Berselli, Stefano Pasquini e Maurizio Ferraresi.
La costruzione è stata completamente autofinanziata. Non abbiamo usato una lira di denaro pubblico e nemmeno dell'associazione, soltanto i risparmi che Paola Berselli e Stefano Pasquini avevano fatto in dieci anni di attività agricola e agrituristica, coltivando la terra delle Ariette, trasformando in cibo il grano, i pomodori, le patate... servendoli ai clienti.
Pensandoci bene la costruzione del deposito, in fondo, è stata finanziata dalla terra delle Ariette, dai prodotti che ci ha offerto, noi abbiamo aggiunto soltanto il nostro lavoro.
Forse per questo è così bello vedere il teatro in mezzo ai campi, sta in equilibrio con la natura, come se fosse sempre stato lì, come se Le Ariette stesse lo avessero sognato, concepito e infine partorito. Come se fosse un albero, una montagna, uno sperone d'argilla...
L'8 aprile del 2000 lo abbiamo inaugurato per la prima volta con lo spettacolo di Armando Punzo e Nicola Rignanese "Teatro no". Era un edificio di 12 x 8 mt di sala e 4 x 8 mt di portico, fatto di mattoni, intonaco, coppi, tetto e serramenti in legno. Il camerino era una vecchia roulotte parcheggiata sul retro dell'edificio e i servizi igienici... beh, si andava in campagna.
Nel 2010, grazie a un'eredità lasciata a Stefano Pasquini da suo fratello Mario, lo abbiamo ampliato dotandolo di foyer con servizi igienici (6 x 8 mt) e spazio tecnico (6 x 4 mt).
Fino a ieri lo abbiamo sempre riscaldato con stufe a legna.
L'edificio è sempre stato e continua a essere di proprietà di Paola Berselli e Stefano Pasquini e concesso in comodato d'uso gratuito alla nostra associazione. Nell'estate 2016 Paola e Stefano hanno presentato al Comune di Valsamoggia la domanda di cambio di destinazione d'uso del Deposito Attrezzi da edificio rurale a spazio per spettacoli e attività culturali. Poi hanno finanziato tutti i lavori di adeguamento tra cui l'installazione di un impianto di riscaldamento a pompe di calore elettriche. In un teatro, anche se piccolo e in mezzo ai boschi e alla campagna, non si possono usare le stufe a legna, chissà perché?
Ecco la storia del Teatro delle Ariette, un deposito attrezzi diventato un teatro in mezzo ai campi.
Sarà la culla di tutti i nostri progetti pensati per questo territorio.
Sarà anche finestra sul mondo, residenza di artisti portatori di lingue, culture e costumi diversi dai nostri.
Non sarà "un teatro in più" come non lo è mai stato.
Desideriamo che sia una vera casa del teatro, punto d'incontro di artisti e spettatori, luogo di confronto di idee e pensieri per immaginare mondi possibili, guardare lontano e pensare al futuro.
Sabato 8 aprile 2017 è stato inaugurato alla presenza del sindaco Daniele Ruscigno.
Deposito Attrezzi delle Ariette diventa ufficialmente un teatro.
Prende il nome del luogo che lo accoglie e della compagnia che lo abita.
Si chiama Teatro delle Ariette.
Un teatro in mezzo ai campi, per sancire un patto tra l'uomo e la natura.
Durante i suoi 17 anni di vita come edificio rurale ha ospitato tanti artisti, uomini, donne.
Continuerà a farlo, speriamo, per sempre.
Come per sempre, speriamo, attorno ci gireranno cinghiali, caprioli, volpi, lupi e ci cresceranno alberi, erba, frumento e fiori.
Non è un vecchio edificio ristrutturato.
Lo abbiamo immaginato noi.
Avevamo la disponibilità di una superficie edificabile in proporzione alla superficie della nostra azienda agricola. Ma non potevamo chiedere di costruire un teatro, doveva essere un edificio rurale.
Così abbiamo presentato il progetto per la realizzazione di un deposito attrezzi. Nello spirito del Teatro nelle Case, lo avremmo usato per farci teatro come avevamo già usato la nostra casa, il fienile e i campi.
Il 28 giugno del 1999 abbiamo cominciato i lavori scavando le fondamenta. Poi abbiamo fatto i muri, il tetto, l'intonaco... L'abbiamo costruito con le nostre mani, in tre: Paola Berselli, Stefano Pasquini e Maurizio Ferraresi.
La costruzione è stata completamente autofinanziata. Non abbiamo usato una lira di denaro pubblico e nemmeno dell'associazione, soltanto i risparmi che Paola Berselli e Stefano Pasquini avevano fatto in dieci anni di attività agricola e agrituristica, coltivando la terra delle Ariette, trasformando in cibo il grano, i pomodori, le patate... servendoli ai clienti.
Pensandoci bene la costruzione del deposito, in fondo, è stata finanziata dalla terra delle Ariette, dai prodotti che ci ha offerto, noi abbiamo aggiunto soltanto il nostro lavoro.
Forse per questo è così bello vedere il teatro in mezzo ai campi, sta in equilibrio con la natura, come se fosse sempre stato lì, come se Le Ariette stesse lo avessero sognato, concepito e infine partorito. Come se fosse un albero, una montagna, uno sperone d'argilla...
L'8 aprile del 2000 lo abbiamo inaugurato per la prima volta con lo spettacolo di Armando Punzo e Nicola Rignanese "Teatro no". Era un edificio di 12 x 8 mt di sala e 4 x 8 mt di portico, fatto di mattoni, intonaco, coppi, tetto e serramenti in legno. Il camerino era una vecchia roulotte parcheggiata sul retro dell'edificio e i servizi igienici... beh, si andava in campagna.
Nel 2010, grazie a un'eredità lasciata a Stefano Pasquini da suo fratello Mario, lo abbiamo ampliato dotandolo di foyer con servizi igienici (6 x 8 mt) e spazio tecnico (6 x 4 mt).
Fino a ieri lo abbiamo sempre riscaldato con stufe a legna.
L'edificio è sempre stato e continua a essere di proprietà di Paola Berselli e Stefano Pasquini e concesso in comodato d'uso gratuito alla nostra associazione. Nell'estate 2016 Paola e Stefano hanno presentato al Comune di Valsamoggia la domanda di cambio di destinazione d'uso del Deposito Attrezzi da edificio rurale a spazio per spettacoli e attività culturali. Poi hanno finanziato tutti i lavori di adeguamento tra cui l'installazione di un impianto di riscaldamento a pompe di calore elettriche. In un teatro, anche se piccolo e in mezzo ai boschi e alla campagna, non si possono usare le stufe a legna, chissà perché?
Ecco la storia del Teatro delle Ariette, un deposito attrezzi diventato un teatro in mezzo ai campi.
Sarà la culla di tutti i nostri progetti pensati per questo territorio.
Sarà anche finestra sul mondo, residenza di artisti portatori di lingue, culture e costumi diversi dai nostri.
Non sarà "un teatro in più" come non lo è mai stato.
Desideriamo che sia una vera casa del teatro, punto d'incontro di artisti e spettatori, luogo di confronto di idee e pensieri per immaginare mondi possibili, guardare lontano e pensare al futuro.
Sabato 8 aprile 2017 è stato inaugurato alla presenza del sindaco Daniele Ruscigno.