14/01/2021
LUISA

Era la primavera dell'anno scorso. Io e Franco eravamo seduti davanti a casa, assieme a suo fratello. Erano le due del pomeriggio. All'improvviso arriva nel cortile in bicicletta un anziano con la mascherina chirurgica indossata. Ci affrettiamo ad indossare la nostra. Scende dalla bicicletta e l'appoggia ad un palo del gazebo, molto vicino a noi. Faccio un salto indietro con la sedia e lo sgrido. Stia lontano, mi raccomando. Ma lui si avvicina ancora e io allora prendo una sedia per farlo sedere più in là. Sono sordo, dice, e aggiunge che voleva venire lì, in via Torrazzo 19 a Corlo, da molto tempo. Ha 92 anni, viene da Formigine e ha fatto tre chilometri per venire, tutto da solo. Io penso che sia scappato, ma non glielo dico. Faceva caldo e certo nessun figlio manda in giro un vecchietto ultranovantenne in bicicletta a quell'ora. Eh, quante storie, sembra aver capito i miei pensieri, lui va sempre in giro in bicicletta da solo. Si siede, finalmente, e mentre noi urliamo per chiedergli cosa è venuto a fare, ci spiega che lui abitava lì, nella casa di fianco a quella di Franco, disabitata ma con un nuovo proprietario che viene a coltivare la vigna per suo piacere. Vuole vedere quella casa, anche se ormai è cadente, è tanto tempo che lo desidera. Ci dispiace, diciamo noi, non siamo i proprietari, la casa è chiusa. Continua a parlare, a risvegliare ricordi di persone e famiglie che Franco e suo fratello conoscono bene. Chiede chi è il proprietario e a Franco viene un'idea. E' un buon orario, Mauro sarà a casa dal lavoro a mangiare. Gli telefona, gli spiega la situazione. Mauro arriva velocemente, non abita molto lontano. Lui e il vecchietto entrano nella casa. Stanno via un bel po', sentiamo che parlano, vediamo che aprono una finestra e si affacciano. Poi ritornano nel cortile e continuano a parlare di persone che conoscono entrambi. Il vecchietto è tutto rosso, ha pianto, si è commosso. Da quella finestra lui si affacciava, dalla finestra della cucina. Ha abitato lì da quando è nato fino a 6-7 anni. Non è molto preciso coi numeri, anche prima, quando aveva detto la sua età, una volta aveva 90 anni, un'altra 92. E' così felice, non smette più di parlare. Io gli dico di tornare, quando non ci sarà più il covid. Prende la bicicletta e sosta ancora, raccontando di altre persone, poi va via, come se avesse realizzato il desiderio più grande della sua vita. Mauro, Franco e suo fratello continuano a parlare delle famiglie che abitavano lì, di gente che conoscevano. Sembra quasi che sia la prima volta che si incontrano anche loro.

LE VOSTRE RISPOSTE A "UN GIORNO"

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