27/12/2020
LINA
una chiacchierata in risposta
Beh, sono confusa e a volte anche arrabbiata.
Nei primi momenti mi pareva di essere in una stanza sottovuoto, ero là schiacciata e non trovavo una via d'uscita. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, mi affacciavo alla finestra, cercavo un volto alle altre finestre, salutavo le poche persone sconosciute che passavano in strada pur di dire una parola.
Non mi sembrava possibile che non avrei rivisto le mie figlie e i miei amici, non li avrei più abbracciati, non avrei più potuto dire loro "Lo senti quanto ti voglio bene?"
Per giorni ho provato la mancanza di un cappuccino al bar, ma non per il cappuccino in sé, quanto per lo scambio con le persone, le due chiacchiere che ti preparano alla giornata, la condivisione di un semplice buongiorno.
E che pensare di tutti i luoghi di incontro chiusi? Un cinema, un teatro, una biblioteca come possono diventare luoghi pericolosi? Si sono attuate tutte le norme di distanziamento, era necessario mantenere la cultura al primo posto per la sopravvivenza dell'anima, per il conforto del cuore.
A quel punto ho cercato di fare, di impegnare la mia mente con le mani. Ho fatto il pane, ho rimesso a posto la mia casa, ho cercato nella testa che cosa non avessi mai avuto il tempo di fare prima.
E ho trovato un nuovo ordine, un nuovo piacere.
Ho sentito il profumo del pane, il nuovo profumo dell'aria più pulita, rivedevo il cielo azzurro con le nuvole paffute che disegnavo da bambina, senza scie.
Ho visto animali riprendersi il loro spazio e credo che stessimo facendo tutti una sorta di pulizia del mondo in un certo senso.
Ho cercato un nuovo senso di vita, più consapevole, verso la ricerca della natura. La natura che insegna il bello in tutto ciò che dà, nei tramonti e nei fulmini, nel gelo e nel tepore. E questo mi dà grande conforto, guardare ad esempio un tramonto mi regala forza e mi accoglie, osservare l'acqua del fiume mi rilassa e mi fa sentire a casa, una lumaca ha attirato la mia attenzione e mi sono incantata a guardarla mentre si inerpicava su una foglia.
Mi mancano terribilmente le mie figlie e gli amici, ma penso che sarebbe ancora più triste se non riuscissimo a vederci neanche con i telefoni cellulari.
Ci sono giorni in cui sono arrabbiata, mi sembra tutto molto confuso. Non capisco le restrizioni, diverse a seconda dei paesi, mi sembrano assurde.
Sono impiegata in un'azienda di mobili, abbiamo montato i pannelli di plexiglass, lavoro tutto il giorno con la mascherina.
Quando la sera entro in macchina tolgo la mascherina e respiro a fondo e, tornando a casa a Castello di Serravalle mi ripeto che sono fortunata ad abitare in mezzo alla natura, apro la finestra e vedo alberi, faccio una passeggiata e abbraccio gli alberi.
Condividere tutto questo, cari Paola e Stefano e Maurizio, mi sembra molto importante.
Sono d'accordo con voi che manca la vita, ma non arrendiamoci.
Penso che non dobbiamo perdere il filo, quel filo che ci tiene in comunicazione con gli altri.
Penso che la tecnologia a disposizione ci possa aiutare a mantenere vivo quel filo.
Penso che i momenti di silenzio che ho vissuto mi abbiano dato l'opportunità di ascoltare, e l'ascolto è presenza.
Penso che sia importante essere più presenti.
Non so come sarà il futuro, ma del resto non si sa mai.
Spero, ho fiducia, voglio averne.
Voi stessi nei vostri spettacoli avete sempre quel filo evidente, si sente, si respira, entra nell'anima. Grazie
Voglio pensare che questo sia un momento di attesa, come quando con l'arco, tiri indietro il braccio per lanciare la freccia. Più è lenta l'attesa, migliore sarà il lancio della freccia.
Grazie per esserci, vi mando un grande abbraccio.
Lina
LE VOSTRE RISPOSTE A "SUL FIANCO DELLA MONTAGNA"
20/12/2020 MADDALENA
20/12/2020 MARIA AGNESE
20/12/2020 LUISA E GIORGIO
20/12/2020 PAOLO - DOMANDE
20/12/2020 UBER
20/12/2020 ISADORA E LUCA
21/12/2020 MADDALENA
21/12/2020 LORETTA
21/12/2020 GIULIANO
21/12/2020 BARBARA - PER LUNEDI'
21/12/2020 ANDREA
23/12/2020 LAURA
25/12/2020 FABRIZIO - DALLA PARTE DEL TORTO FABRIZIO AUGURI!
25/12/2020 LUIGI
27/12/2020 LINA - UNA CHIACCHIERATA IN RISPOSTA
27/12/2020 GIULIANO - Sul fianco...' LA MORTE È 'NON-VITA’?
30/12/2020 LUISA - Letteraraiettemontagna 2020
Beh, sono confusa e a volte anche arrabbiata.
Nei primi momenti mi pareva di essere in una stanza sottovuoto, ero là schiacciata e non trovavo una via d'uscita. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, mi affacciavo alla finestra, cercavo un volto alle altre finestre, salutavo le poche persone sconosciute che passavano in strada pur di dire una parola.
Non mi sembrava possibile che non avrei rivisto le mie figlie e i miei amici, non li avrei più abbracciati, non avrei più potuto dire loro "Lo senti quanto ti voglio bene?"
Per giorni ho provato la mancanza di un cappuccino al bar, ma non per il cappuccino in sé, quanto per lo scambio con le persone, le due chiacchiere che ti preparano alla giornata, la condivisione di un semplice buongiorno.
E che pensare di tutti i luoghi di incontro chiusi? Un cinema, un teatro, una biblioteca come possono diventare luoghi pericolosi? Si sono attuate tutte le norme di distanziamento, era necessario mantenere la cultura al primo posto per la sopravvivenza dell'anima, per il conforto del cuore.
A quel punto ho cercato di fare, di impegnare la mia mente con le mani. Ho fatto il pane, ho rimesso a posto la mia casa, ho cercato nella testa che cosa non avessi mai avuto il tempo di fare prima.
E ho trovato un nuovo ordine, un nuovo piacere.
Ho sentito il profumo del pane, il nuovo profumo dell'aria più pulita, rivedevo il cielo azzurro con le nuvole paffute che disegnavo da bambina, senza scie.
Ho visto animali riprendersi il loro spazio e credo che stessimo facendo tutti una sorta di pulizia del mondo in un certo senso.
Ho cercato un nuovo senso di vita, più consapevole, verso la ricerca della natura. La natura che insegna il bello in tutto ciò che dà, nei tramonti e nei fulmini, nel gelo e nel tepore. E questo mi dà grande conforto, guardare ad esempio un tramonto mi regala forza e mi accoglie, osservare l'acqua del fiume mi rilassa e mi fa sentire a casa, una lumaca ha attirato la mia attenzione e mi sono incantata a guardarla mentre si inerpicava su una foglia.
Mi mancano terribilmente le mie figlie e gli amici, ma penso che sarebbe ancora più triste se non riuscissimo a vederci neanche con i telefoni cellulari.
Ci sono giorni in cui sono arrabbiata, mi sembra tutto molto confuso. Non capisco le restrizioni, diverse a seconda dei paesi, mi sembrano assurde.
Sono impiegata in un'azienda di mobili, abbiamo montato i pannelli di plexiglass, lavoro tutto il giorno con la mascherina.
Quando la sera entro in macchina tolgo la mascherina e respiro a fondo e, tornando a casa a Castello di Serravalle mi ripeto che sono fortunata ad abitare in mezzo alla natura, apro la finestra e vedo alberi, faccio una passeggiata e abbraccio gli alberi.
Condividere tutto questo, cari Paola e Stefano e Maurizio, mi sembra molto importante.
Sono d'accordo con voi che manca la vita, ma non arrendiamoci.
Penso che non dobbiamo perdere il filo, quel filo che ci tiene in comunicazione con gli altri.
Penso che la tecnologia a disposizione ci possa aiutare a mantenere vivo quel filo.
Penso che i momenti di silenzio che ho vissuto mi abbiano dato l'opportunità di ascoltare, e l'ascolto è presenza.
Penso che sia importante essere più presenti.
Non so come sarà il futuro, ma del resto non si sa mai.
Spero, ho fiducia, voglio averne.
Voi stessi nei vostri spettacoli avete sempre quel filo evidente, si sente, si respira, entra nell'anima. Grazie
Voglio pensare che questo sia un momento di attesa, come quando con l'arco, tiri indietro il braccio per lanciare la freccia. Più è lenta l'attesa, migliore sarà il lancio della freccia.
Grazie per esserci, vi mando un grande abbraccio.
Lina
LE VOSTRE RISPOSTE A "SUL FIANCO DELLA MONTAGNA"
20/12/2020 MADDALENA
20/12/2020 MARIA AGNESE
20/12/2020 LUISA E GIORGIO
20/12/2020 PAOLO - DOMANDE
20/12/2020 UBER
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21/12/2020 MADDALENA
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30/12/2020 LUISA - Letteraraiettemontagna 2020