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TEATRO DELLE ARIETTE
Padre nostro (una preghiera da circo)
di e con Paola Berselli, Stefano Pasquini
regia Stefano Pasquini
TEATRO DELLE ARIETTE 2008
25 dicembre 2007. Per la badante rumena le feste sono giornate di riposo, così io e Paola ci alziamo la mattina presto e andiamo a passare il giorno di Natale a casa di suo padre.
Quattro mesi e mezzo dopo, di getto, in una settimana, facciamo "Padre nostro" e ci accorgiamo che in fondo è il racconto fedele, anche se completamente trasfigurato, di quella giornata.
In scena ci siamo io, Paola, un burattino di legno a grandezza uomo, il cane Tom, la pony Luna, le oche e come sempre le canzoni di Tom Waits.
Prima pensavamo di raccontare storie di uomini e di animali, ma ci sembra che lo spettacolo che è venuto fuori assomigli piuttosto a una preghiera. Una preghiera da circo.
"... in un clima vagamente circense, alla Zingaro, ma senza sfarzi spettacolari, aureolato di francescana povertà il loro ultimo spettacolo Padre Nostro è il ricordo commosso e divertente di una solitaria Vigilia segnata dal lutto del padre di Paola... Padre Nostro è un delicatissimo de profundis, una moralità esemplare, una bizzarra e poetica cena funebre"
Nico Garrone, La repubblica
"La compagnia bolognese regala un'ora di pura "intimità", raccontando con calma, senza correre, il proprio vissuto quotidiano... le storie umane e quelle "bestiali" si mescolano e rimbalzano l'una sull'altra. Una preghiera semplice, fatta accettando il flusso naturale delle cose, e concentrata su tutto quello che basta per vivere..."
Alessandro Faliva, Bresciaoggi
"A volte la strada più lunga ci porta alla verità più semplice, che è dentro di noi. È la meravigliosa straniante sensazione che si prova dopo aver visto lo spettacolo del Teatro delle Ariette."
Simone Tonelli, Gazzetta di Brescia
"Ancora una volta la compagnia bolognese ci regala una cosa molto preziosa: l'intimità del quotidiano e la riflessione sul passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita (io mica lo sapevo che quando nasce un agnello sembra morto e poi prende vita). Ce lo raccontano condividendolo con noi, che siamo seduti davanti a loro e con loro, con calma, accettando il flusso naturale delle cose. Dare da mangiare alle oche. Pulire la stalla. Curare i vivi, seppellire i morti. E, prima di andare a dormire, spegnere la luce."
Carolina Truzzi, www.klpteatro.it