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GIANMARIA TESTA TRIO E TEATRO DELLE ARIETTE
VITE
di Berselli, Pasquini, Testa
con Gianmaria Testa chitarra e voce, Piero Ponzo clarinetto e sax, Enzo Pietropaoli contrabbasso e Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana
regia Stefano Pasquini
coproduzione Produzioni Fuorivia - Teatro delle Ariette
2006
Vorrei parlarvi della mia terra.
Quando dico mia non pensate a quella che coltivo io, pensate a tutta quella che resta.
Sento mio soltanto quello che non mi appartiene.
La terra che coltivo io è vostra. Ho con lei un rapporto di affidamento, di cura.
Quando il padrone tornerà e mi chiederà di restituirgliela io lo farò e chiederò soltanto una cosa: di essere dimenticato.
Chiederò in sostanza di essere libero, di non dover più curare nulla, cioè di poter morire.
Chiederò il permesso di essere libero.
La mia terra la vedo di rado.
Ne ho nostalgia.
Tutto è iniziato con un messaggio e-mail, qualche anno fa.
Stefano Pasquini aveva scritto a Gianmaria Testa per dirgli che una delle sue canzoni, "La terra delle colline", era stata inserita in un loro spettacolo molto particolare, che si svolgeva a tavola, per 26 spettatori, durante il quale Le Ariette raccontavano la loro storia .Probabilmente tutto si sarebbe fermato lì se a Mantova, in occasione del Festival Letteratura, non ci fosse stato un incontro in carne e ossa e una specie di vero e proprio colpo di fulmine: un identico mondo davanti e dietro le spalle, un identico stile nell'intendere il rapporto con l'arte e con la vita.
Da allora sono passati un po' di anni e una serie di incontri sul palcoscenico e intorno a una tavola. Di tanto in tanto si ritrovano per uno spettacolo come questo, molto difficile da definire che prova ad unire e mescolare i loro due mondi, quello della parola cantata e quello della parola detta, quello della melodia e quello del racconto.
Senza dimenticare lo spazio lasciato al cibo che Stefano, Paola e Maurizio preparano per gli spettatori direttamente in palcoscenico, tra una storia e l'altra.