18/12/2020
ANDREA
Cosa si aspetta
quando si aspetta?
Per quanto ne so,
per quanto mi riguarda.
Quando mi è capitato di aspettare,
cioè di stare fermo, senza fare qualcosa
soltanto perché avevo la possibilità di farla,
è stato perché
o non volevo farla
o, altrimenti, non ero convinto di farla.
Penso che sia giusto
non fare qualcosa soltanto perché si può fare.
Penso che sia meglio fare qualcosa soltanto
quando si sa perché farla
perché si vuole farla.
Per quanto mi riguarda
Non sono sempre riuscito
a non fare qualcosa
Non sono sempre riuscito
ad aspettare
Non sono sempre riuscito a capire
perché fare o non fare qualcosa,
perché aspettare
o agire.
Chiude il teatro.
Cioè chiude l’unica fabbrica dove il prodotto si chiama come la fabbrica.
Al ristorante non si cucinano ristoranti.
Al forno non si impastano forni.
Nel campo non si raccolgono campi.
Forse allora non è il prodotto che si chiama come la fabbrica.
Forse è la fabbrica che si chiama come il prodotto.
Quindi, forse, il teatro è autosufficiente
riesce a bastare a se stesso
sa aspettare.
Se sa cosa non fare,
sa stare fermo.
E mentre aspetta
forse sa pensare.
Chissà se un giorno la fabbrica del teatro starà sempre dentro a un teatro?
Ancora adesso, entro in teatro tutti i giorni
ma non so darmi una risposta.
Anch’io aspetto.
Insieme agli altri.
Mentre aspettiamo
puliamo il teatro
aggiustiamo gli attrezzi del teatro
buttiamo solo quello che siamo sicuri non servirà più al teatro,
comperiamo solo quello che siamo sicuri servirà al teatro.
Mentre andiamo avanti a sistemare
ci accorgiamo che forse il teatro sta un po' meglio
forse, quando avremo sistemato tutto,
ci diremo che, a lui, al teatro, forse serviva proprio una pausa in cui aspettare e sistemarsi
prima di scegliere di nuovo
di fare qualcosa di nuovo.
Se me lo immagino
mi piace pensare
che un giorno il teatro
non starà solo in teatro:
magari starà anche
in prima elementare.
Mi immagino due adulti
un uomo e una donna.
Vanno su una macchina bianca
con un carrello attaccato.
Il carrello sembra un forno
come quelli degli ambulanti.
Quando scendono
Lui porta un sacco che contiene grano
Lei porta gli attrezzi da distribuire:
a tutti.
Mi piace immaginare
che insegneranno a fare il pane.
E che quel pane dovranno poi averlo tutti,
in quella prima elementare.
E mentre aspetteranno che cresca il pane
ascolteranno cosa aspettano
anche questi bambini di prima elementare.
Poi forse diranno di cosa e quando
hanno aspettato loro,
nella loro vita.
E quando, prima di andarsene
appariranno da sotto la cattedra
come svelati da un piccolo sipario,
mi piacerà immaginare
che assomiglieranno a due burattini
e la cattedra sembrerà più un piccolo teatro delle marionette.
E forse andandosene
quella macchina bianca
che va col carrello,
sembrerà il teatro.
Che era, è e sarà sempre
dove lui vorrà.
LE VOSTRE RISPOSTE A "LA PAURA DEL VUOTO"
05/12/2020 FRANCESCA - GRAZIE...
05/12/2020 NOEMI
05/12/2020 CAMILLA
05/12/2020 GIULIANO - A Pasqui, Paola e al Teatro delle Ariette.
05/12/2020 GRETA
05/12/2020 PIERLUIGI
05/12/2020 CLAUDIA
05/12/2020 NERIO
05/12/2020 CARLA - PAURA DEL VUOTO
05/12/2020 GRETA - PAROLE NUOVE
05/12/2020 ILVA
05/12/2020 IRENE
05/12/2020 RAFFAELLA - RISPOSTA ALL'APPELLO!
05/12/2020 DUILIO
05/12/2020 DANIELA - MI MANCATE
06/12/2020 FERRO - UN GRANDE ABBRACCIO. FERRO
06/12/2020 STEFANO - IL BLUES DEL FONDITORE
06/12/2020 ANDREA
07/12/2020 ELIA
07/12/2020 LAURA
07/12/2020 DUILIO
08/12/2020 MARIA GIULIA - RISPONDENDO
08/12/2020 GERMANA - VI RISPONDO VOLENTIERI!
08/12/2020 VALENTINA - Risposta a La paura del vuoto di Valentina
08/12/2020 BARBARA - LIBRO DI LUISA
09/12/2020 MARCO
09/12/2020 DONATELLA - LIBRO DI LUISA
12/12/2020 LUISA
13/12/2020 STEFANIA
14/12/2020 ROSSELLA - UNA QUESTIONE DI RITMO
17/12/2020 VALENTINA - SALUTI DA PARIGI
18/12/2020 ANDREA
Cosa si aspetta
quando si aspetta?
Per quanto ne so,
per quanto mi riguarda.
Quando mi è capitato di aspettare,
cioè di stare fermo, senza fare qualcosa
soltanto perché avevo la possibilità di farla,
è stato perché
o non volevo farla
o, altrimenti, non ero convinto di farla.
Penso che sia giusto
non fare qualcosa soltanto perché si può fare.
Penso che sia meglio fare qualcosa soltanto
quando si sa perché farla
perché si vuole farla.
Per quanto mi riguarda
Non sono sempre riuscito
a non fare qualcosa
Non sono sempre riuscito
ad aspettare
Non sono sempre riuscito a capire
perché fare o non fare qualcosa,
perché aspettare
o agire.
Chiude il teatro.
Cioè chiude l’unica fabbrica dove il prodotto si chiama come la fabbrica.
Al ristorante non si cucinano ristoranti.
Al forno non si impastano forni.
Nel campo non si raccolgono campi.
Forse allora non è il prodotto che si chiama come la fabbrica.
Forse è la fabbrica che si chiama come il prodotto.
Quindi, forse, il teatro è autosufficiente
riesce a bastare a se stesso
sa aspettare.
Se sa cosa non fare,
sa stare fermo.
E mentre aspetta
forse sa pensare.
Chissà se un giorno la fabbrica del teatro starà sempre dentro a un teatro?
Ancora adesso, entro in teatro tutti i giorni
ma non so darmi una risposta.
Anch’io aspetto.
Insieme agli altri.
Mentre aspettiamo
puliamo il teatro
aggiustiamo gli attrezzi del teatro
buttiamo solo quello che siamo sicuri non servirà più al teatro,
comperiamo solo quello che siamo sicuri servirà al teatro.
Mentre andiamo avanti a sistemare
ci accorgiamo che forse il teatro sta un po' meglio
forse, quando avremo sistemato tutto,
ci diremo che, a lui, al teatro, forse serviva proprio una pausa in cui aspettare e sistemarsi
prima di scegliere di nuovo
di fare qualcosa di nuovo.
Se me lo immagino
mi piace pensare
che un giorno il teatro
non starà solo in teatro:
magari starà anche
in prima elementare.
Mi immagino due adulti
un uomo e una donna.
Vanno su una macchina bianca
con un carrello attaccato.
Il carrello sembra un forno
come quelli degli ambulanti.
Quando scendono
Lui porta un sacco che contiene grano
Lei porta gli attrezzi da distribuire:
a tutti.
Mi piace immaginare
che insegneranno a fare il pane.
E che quel pane dovranno poi averlo tutti,
in quella prima elementare.
E mentre aspetteranno che cresca il pane
ascolteranno cosa aspettano
anche questi bambini di prima elementare.
Poi forse diranno di cosa e quando
hanno aspettato loro,
nella loro vita.
E quando, prima di andarsene
appariranno da sotto la cattedra
come svelati da un piccolo sipario,
mi piacerà immaginare
che assomiglieranno a due burattini
e la cattedra sembrerà più un piccolo teatro delle marionette.
E forse andandosene
quella macchina bianca
che va col carrello,
sembrerà il teatro.
Che era, è e sarà sempre
dove lui vorrà.
LE VOSTRE RISPOSTE A "LA PAURA DEL VUOTO"
05/12/2020 FRANCESCA - GRAZIE...
05/12/2020 NOEMI
05/12/2020 CAMILLA
05/12/2020 GIULIANO - A Pasqui, Paola e al Teatro delle Ariette.
05/12/2020 GRETA
05/12/2020 PIERLUIGI
05/12/2020 CLAUDIA
05/12/2020 NERIO
05/12/2020 CARLA - PAURA DEL VUOTO
05/12/2020 GRETA - PAROLE NUOVE
05/12/2020 ILVA
05/12/2020 IRENE
05/12/2020 RAFFAELLA - RISPOSTA ALL'APPELLO!
05/12/2020 DUILIO
05/12/2020 DANIELA - MI MANCATE
06/12/2020 FERRO - UN GRANDE ABBRACCIO. FERRO
06/12/2020 STEFANO - IL BLUES DEL FONDITORE
06/12/2020 ANDREA
07/12/2020 ELIA
07/12/2020 LAURA
07/12/2020 DUILIO
08/12/2020 MARIA GIULIA - RISPONDENDO
08/12/2020 GERMANA - VI RISPONDO VOLENTIERI!
08/12/2020 VALENTINA - Risposta a La paura del vuoto di Valentina
08/12/2020 BARBARA - LIBRO DI LUISA
09/12/2020 MARCO
09/12/2020 DONATELLA - LIBRO DI LUISA
12/12/2020 LUISA
13/12/2020 STEFANIA
14/12/2020 ROSSELLA - UNA QUESTIONE DI RITMO
17/12/2020 VALENTINA - SALUTI DA PARIGI
18/12/2020 ANDREA