13/12/2020
STEFANIA


Cara Paola, caro Stefano,
rispondo alla vostra richiesta di restare in dialogo, anche se rispondo con una certa lentezza, condizione che ormai mi è sempre più cara. Non sempre è possibile andare lenti, anche in questo momento in cui tutto è così sospeso, fermo. Vivo le mie giornate come se fossero un disco che qualcuno si diverte a fa girare con velocità diverse. Vi ricordate i giradischi che andavano a 33 e 45 giri? Io e i miei fratelli ci divertivamo a farli andare con i giri sbagliati e ridevamo dei suoni distorti che ne uscivano.
Mi rendo conto che sono rari i momenti in cui la musica della mia vita gira alla giusta velocità o meglio, alla giusta lentezza, e produce buona musica. Ci chiedete cosa fate, cosa potete fare? Io lavoro solo a metà perché ho scelto di non lavorare in smart working per la parte di lavoro in REMS, ma l'altra metà di lavoro è saltato, anche quello non riesco a concepirlo fatto a distanza.
Quando arrivo in struttura il disco gira veloce, perché tantissime sono le cose in più che dobbiamo fare (provare la temperatura a tutti quelli che entrano, dire continuamente alle persone che vivono in rems "tira su la mascherina", sanificare tutto continuamente, fare le riunioni in videoconferenza, che se già non ci si capiva prima…figurati adesso). Abbiamo avuto anche pazienti e colleghi positivi al covid e quindi via…è partita la sirena d'allarme e abbiamo dovuto allestire un piccolo reparto di isolamento. Mentre spostavamo letti, armadi, predisponevamo i percorsi "puliti" e quelli "sporchi", pensavo ai tanti percorsi "sporchi" che non ci accorgiamo nemmeno più di percorrere, a quante "contaminazioni" ci sottoponiamo senza battere ciglio. Mi sono resa conto che sono più insofferente, molte cose mi sembrano stupide, molte altre mi sembrano maltrattate, altre ancora fondamentali ma tragicamente ignorate.
Poi arrivo a casa e anche qui è tutto un frullare veloci, mia figlia grande che si è laureata il mese scorso, rigorosamente on line. Ora gira per casa annoiata e preoccupata "e ora che faccio?" Il mondo in cui lei vorrebbe trovare lavoro è quello della cultura, dell’arte…ma quel mondo è tutto fermo, chiuso. E poi vorrebbe incontrare nuovi amici, innamorarsi…ma non si può.
Gli altri due figli continuano le lezioni in DAD, quindi in casa siamo sempre in mille: i due docenti di turno, le due intere classi, poi può capitare che anche mio marito debba fare il ricevimento dei genitori o il consiglio di classe da casa e allora ecco che in camera mia compare l'intero collegio docenti o i genitori che sfilano uno dopo l'altro per i colloqui di rito.
E io che odio i social, che non ho facebook, né instagram, che non sopporto le telefonate perché quando parlo con qualcuno ho bisogno di guardarlo negli occhi e, se serve, abbracciare e stringere la mano, che l'unica "condivisione" che concepisco è quella di un pranzo insieme attorno ad un tavolo....mi guardo attorno, ascolto brandelli di conversazioni che non mi riguardano e che sento come gli stessi rumori storpiati dei dischi con cui giocavo da bambina, mi sento estranea ad un mondo che non è il mio. Per salvarmi dal manicomio che mi circonda mi metto a cucinare...prima o poi potremo riapparecchiare grandi tavolate, vero?
Poi ci sono momenti come questo, in cui magicamente sono sola, intorno a me il silenzio, e la vita va nella giusta lentezza, in questi momenti scrivo. Gioco con Luisa ad inviarci brevi racconti autobiografici come se fosse una bellissima partita a carte. Scrivo ricordi da regalare ai miei fratelli, e oggi scrivo a voi.
Vi penso, penso alla mia vecchia valigia di cartone che ho fatto appena in tempo a portare l'ultima sera di laboratorio e ora è là, dietro la tenda nera che aspetta, paziente. Dentro ci sono le scarpette dorate che mi ha regalato Luisa, i miei oggetti: la libellula e il burattino elefante e, soprattutto, il mio naso rosso da clown. È bello sapere che la mia vecchia valigia di cartone è lì con voi e aspetta, in silenzio…lei sa che tornerò, che torneremo.
Vi abbraccio, forte
Stefi

LE VOSTRE RISPOSTE A "LA PAURA DEL VUOTO"

05/12/2020 FRANCESCA - GRAZIE...
05/12/2020 NOEMI
05/12/2020 CAMILLA
05/12/2020 GIULIANO - A Pasqui, Paola e al Teatro delle Ariette.
05/12/2020 GRETA
05/12/2020 PIERLUIGI
05/12/2020 CLAUDIA
05/12/2020 NERIO
05/12/2020 CARLA - PAURA DEL VUOTO
05/12/2020 GRETA - PAROLE NUOVE
05/12/2020 ILVA
05/12/2020 IRENE
05/12/2020 RAFFAELLA - RISPOSTA ALL'APPELLO!
05/12/2020 DUILIO
05/12/2020 DANIELA - MI MANCATE
06/12/2020 FERRO - UN GRANDE ABBRACCIO. FERRO
06/12/2020 STEFANO - IL BLUES DEL FONDITORE
06/12/2020 ANDREA
07/12/2020 ELIA
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07/12/2020 DUILIO
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08/12/2020 GERMANA - VI RISPONDO VOLENTIERI!
08/12/2020 VALENTINA - Risposta a La paura del vuoto di Valentina
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13/12/2020 STEFANIA
14/12/2020 ROSSELLA - UNA QUESTIONE DI RITMO
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18/12/2020 ANDREA